La transizione energetica

Un pò
di storia

Oltre

100.000

fa

L’Homo Sapiens compare 130.000 anni fa e per oltre 100.000 anni si adatta come qualsiasi animale, mantenendo inalterato l’equilibrio tra se stesso e l’ecosistema, compresa l’emissione di anidride carbonica.

Circa

10.000

anni fa

Circa 10.000 anni fa (Neolitico), l’Homo Sapiens comincia a scegliere consapevolmente di cosa cibarsi e a modificare la biodiversità. Nascono l’agricoltura, l’allevamento, le prime costruzioni, i villaggi, il forno. Si comincia a cucinare, si fondono i metalli. Per la prima volta in natura, un animale aumenta le sue capacità e prestazioni: più forte con la leva, più veloce con la ruota, più efficiente con gli strumenti che si fabbrica. Tuttavia, per migliaia di anni, fino alla metà del ‘700, l’uomo ha utilizzato fonti di energia inalterate nel tempo: la forza animale (per lavorare e per gli spostamenti) e il fuoco (per scaldarsi e per produrre metalli) non facendo registrare un aumento significativo della sua impronta ecologica.

Dal

1750

circa

Dalla seconda metà del ‘700 cambia tutto con la scoperta del carbone. Comincia l’era delle fonti energetiche fossili. Con la rivoluzione industriale, la nascita dell’industria e di innovazioni come la macchina a vapore o il motore a combustione interna, muta radicalmente sia il nostro modo di produrre i beni sia la mobilità.

Dal

1850

circa

Nella seconda metà dell’800 si cominciò ad utilizzare progressivamente il gas per l’illuminazione pubblica, il riscaldamento, la cucina e su scala industriale. Nel 1859, a Titusville, in Pennsylvania, viene scavato il primo pozzo petrolifero e per quasi due secoli il benessere dell’uomo, la disponibilità di beni, l’aumentare dell’aspettativa di vita saranno strettamente collegati all’utilizzo di fonti fossili.

 

ANNO

1973

 

Nel 1973, il giorno dello Yom Kippur, scoppia la guerra israelo-araba durante la quale si crea una rete di appoggio da parte dei paesi del mondo arabo. I paesi esportatori di petrolio, riuniti nell’OPEC, decidono così di ridurre drasticamente la produzione di petrolio con l’effetto di aumentarne il prezzo.

Negli

Anni '70

 

La minore disponibilità di petrolio ha un impatto sulle nostre vite, sulla disponibilità anche di beni di prima necessità e sul loro prezzo. Anche in Italia, il Governo vara le cosiddette misure di Austerity: le domeniche senz’auto, l’illuminazione urbana spenta dopo mezzanotte, i limiti di velocità sulle strade per limitare il consumo di combustibile. Per la prima volta ci si pone degli standard di efficienza energetica per risparmiare risorse a parità di performance in riferimento a una prima leva: le risorse limitate.

Negli

Anni '80

 

Negli anni ’80, nonostante il progresso non fosse più direttamente  associato alla sovrapproduzione di energia da fonti fossili, si registra un notevole incremento nell’utilizzo di queste ultime, dovuto alla crescita esponenziale  della popolazione mondiale, all’allungarsi della vita media e allo sviluppo di molte nazioni emergenti.

Dal

1990

circa

A partire dal 1990 inizia il dibattito scientifico sugli effetti della CO2 sulla temperatura terrestre e sul cosiddetto “effetto serra”. In realtà senza la CO2 in atmosfera e la sua capacità di trattenere i raggi solari, la temperatura delle porzioni di Terra non irradiate da sole sarebbe di molto sotto lo zero, rendendo impossibile la vita. Tuttavia, quando l’emissione di CO2 in atmosfera, a causa dell’aumento dello sfruttamento delle energie fossili, supera i suoi livelli normali, la temperatura media della superficie terrestre aumenta, con conseguente disequilibrio dell’ecosistema: scioglimento dei ghiacci, terre sommerse, desertificazione, siccità, eventi climatici, pericolo per la biodiversità.

Nel

1998

Nel 1998 le Nazioni Unite costituiscono l’IPCC, un organismo intergovernativo, cui partecipano circa 200 Paesi, che si occupa di esaminare e valutare tutte le informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche prodotte in tutto il mondo, per capire e tenere sotto controllo il cambiamento climatico. La scarsità di risorse e il rischio per la sopravvivenza dell’uomo sulla terra sono la molla per avviare la transizione energetica e quindi il passaggio dall’utilizzo di fonti fossili a quelle rinnovabili.

Dal

2005

Dal 2005 anche in Italia si incentiva in modo consistente lo sviluppo tecnologico legato al settore delle energie rinnovabili, incoraggiando la creazione dei primi impianti.

Nel

2016

Nel 2016, a distanza un decennio, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili registra una crescita esponenziale e il settore delle biomasse per la produzione di biogas e sottoprodotti inizia a svilupparsi.

4 novembre

2016

Il 4 novembre 2016 tutti i paesi dell’UE hanno ratificato l’Accordo di Parigi per la riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, limitando a 1,5°C l’aumento della temperatura media globale. La stessa Organizzazione delle Nazioni Unite si è data come limite il 2060 per completare la transizione energetica su scala globale.

Nel

2022

Nel 2022 viene varato il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima che prevede, entro dieci anni, l’installazione di 85 Gw di fotovoltaico ed eolico. Raddoppia così l’energia verde e si persegue l’obiettivo, indicato nell’Agenda 2030, di attestare al 30% il consumo energetico da fonti rinnovabili.

La sfida della Transizione Giusta

Ci sono concetti complessi rispetto ai quali non è possibile sovra semplificare. La transizione energetica è uno di questi. L'obiettivo è non lasciare indietro nessuno.

Non esiste un’azione
che non abbia una conseguenza

Non esiste un’azione che non abbia una conseguenza ed è più che mai attuale cominciare ad adottare, nel quotidiano, comportamenti sostenibili. Tuttavia, è importante anche comprendere che i risultati dei nostri sforzi si vedranno nel tempo e che non esistono soluzioni immediate.
È inverosimile pensare di poter abbattere in pochi anni l’emissioni di CO2 ed è necessario, piuttosto, che la transizione verso un’economia climaticamente neutra avvenga in modo equo e sostenibile.

Il "game change": cultura, tecnologia e politiche territoriali

Abbiamo creato un modello sociale, di sviluppo e di disuguaglianza globale, che rende pressocché impossibile passare immediatamente, in tutto il mondo, da un’energia ottenuta per l’85% da fonti fossili ad una completamente ottenuta da fonti rinnovabili. Attraverso la cultura, la tecnologia e le politiche territoriali, occorre evolvere in modo sostenibile e razionale in questo processo di transizione: