La transizione energetica
Un pò
di storia
Oltre
100.000
fa
Circa
10.000
anni fa
Dal
1750
circa
Dalla seconda metà del ‘700 cambia tutto con la scoperta del carbone. Comincia l’era delle fonti energetiche fossili. Con la rivoluzione industriale, la nascita dell’industria e di innovazioni come la macchina a vapore o il motore a combustione interna, muta radicalmente sia il nostro modo di produrre i beni sia la mobilità.
Dal
1850
circa
Nella seconda metà dell’800 si cominciò ad utilizzare progressivamente il gas per l’illuminazione pubblica, il riscaldamento, la cucina e su scala industriale. Nel 1859, a Titusville, in Pennsylvania, viene scavato il primo pozzo petrolifero e per quasi due secoli il benessere dell’uomo, la disponibilità di beni, l’aumentare dell’aspettativa di vita saranno strettamente collegati all’utilizzo di fonti fossili.
ANNO
1973
Nel 1973, il giorno dello Yom Kippur, scoppia la guerra israelo-araba durante la quale si crea una rete di appoggio da parte dei paesi del mondo arabo. I paesi esportatori di petrolio, riuniti nell’OPEC, decidono così di ridurre drasticamente la produzione di petrolio con l’effetto di aumentarne il prezzo.
Negli
Anni '70
La minore disponibilità di petrolio ha un impatto sulle nostre vite, sulla disponibilità anche di beni di prima necessità e sul loro prezzo. Anche in Italia, il Governo vara le cosiddette misure di Austerity: le domeniche senz’auto, l’illuminazione urbana spenta dopo mezzanotte, i limiti di velocità sulle strade per limitare il consumo di combustibile. Per la prima volta ci si pone degli standard di efficienza energetica per risparmiare risorse a parità di performance in riferimento a una prima leva: le risorse limitate.
Negli
Anni '80
Negli anni ’80, nonostante il progresso non fosse più direttamente associato alla sovrapproduzione di energia da fonti fossili, si registra un notevole incremento nell’utilizzo di queste ultime, dovuto alla crescita esponenziale della popolazione mondiale, all’allungarsi della vita media e allo sviluppo di molte nazioni emergenti.
Dal
1990
A partire dal 1990 inizia il dibattito scientifico sugli effetti della CO2 sulla temperatura terrestre e sul cosiddetto “effetto serra”. In realtà senza la CO2 in atmosfera e la sua capacità di trattenere i raggi solari, la temperatura delle porzioni di Terra non irradiate da sole sarebbe di molto sotto lo zero, rendendo impossibile la vita. Tuttavia, quando l’emissione di CO2 in atmosfera, a causa dell’aumento dello sfruttamento delle energie fossili, supera i suoi livelli normali, la temperatura media della superficie terrestre aumenta, con conseguente disequilibrio dell’ecosistema: scioglimento dei ghiacci, terre sommerse, desertificazione, siccità, eventi climatici, pericolo per la biodiversità.
Nel
1998
Nel 1998 le Nazioni Unite costituiscono l’IPCC, un organismo intergovernativo, cui partecipano circa 200 Paesi, che si occupa di esaminare e valutare tutte le informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche prodotte in tutto il mondo, per capire e tenere sotto controllo il cambiamento climatico. La scarsità di risorse e il rischio per la sopravvivenza dell’uomo sulla terra sono la molla per avviare la transizione energetica e quindi il passaggio dall’utilizzo di fonti fossili a quelle rinnovabili.
Dal
2005
Dal 2005 anche in Italia si incentiva in modo consistente lo sviluppo tecnologico legato al settore delle energie rinnovabili, incoraggiando la creazione dei primi impianti.
Nel
2016
Nel 2016, a distanza un decennio, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili registra una crescita esponenziale e il settore delle biomasse per la produzione di biogas e sottoprodotti inizia a svilupparsi.
4 novembre
2016
Nel
2022
Nel 2022 viene varato il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima che prevede, entro dieci anni, l’installazione di 85 Gw di fotovoltaico ed eolico. Raddoppia così l’energia verde e si persegue l’obiettivo, indicato nell’Agenda 2030, di attestare al 30% il consumo energetico da fonti rinnovabili.
La sfida della Transizione Giusta
Ci sono concetti complessi rispetto ai quali non è possibile sovra semplificare. La transizione energetica è uno di questi. L'obiettivo è non lasciare indietro nessuno.
Non esiste un’azione
che non abbia una conseguenza
Il "game change": cultura, tecnologia e politiche territoriali
Abbiamo creato un modello sociale, di sviluppo e di disuguaglianza globale, che rende pressocché impossibile passare immediatamente, in tutto il mondo, da un’energia ottenuta per l’85% da fonti fossili ad una completamente ottenuta da fonti rinnovabili. Attraverso la cultura, la tecnologia e le politiche territoriali, occorre evolvere in modo sostenibile e razionale in questo processo di transizione:
- Riducendo progressivamente la CO2 che immettiamo in atmosfera;
- Mitigando la global inequality di quei Paesi dei i quali favorire la crescita sostenibile e l’accesso alle risorse;
- Recuperando la qualità della natura (fiumi, mari, laghi, coste, patrimonio arboreo, terreni) e di tutti gli elementi che contribuiscono a catturare anidride carbonica;
- Diffondendo l'economia circolare, attraverso il riutilizzo dei materiali, e la valorizzazione dei rifiuti dai quali ricavare energia rinnovabile;
- Diversificando il portfolio di tecnologie energetiche: eolico, fotovoltaico, biomasse, geotermico, idroelettrico, trasformazione rifiuti;
- Migliorando le infrastrutture di rete per consentire una gestione intelligente dell'energia, efficientarne la fornitura, ottimizzare il monitoraggio dei flussi e dei consumi
- Promuovendo, sin dall’età scolastica, un approccio ai problemi orientato alla flessibilità, all’integrazione delle competenze, alla sostenibilità.